Menzione speciale PIDA Sisma Recupero – Angelo Verderosa

PREMIO PIDA 2020: SEZIONE ‘SISMA E RECUPERO’
ALBERGO DIFFUSO – RESIDENZE PER ARTISTI

BORGO BIOLOGICO DI CAIRANO, ALTA IRPINIA

Progetto e direzione dei lavori: Verderosa studio / arch. Angelo Verderosa responsabile di progetto

Il ‘Borgo Biologico’ è un’azione di recupero, consolidamento e riqualificazione di una sequenza di alloggi e spazi integrati nel centro storico di Cairano (AV), in Alta Irpinia, al confine tra Campania, Puglia e Lucania, ad 800 m. slm. Il borgo subì ingenti danni in seguito al sisma del 1980 che colpì l’Irpinia e la Basilicata; seguì l’abbandono della parte alta del centro
abitato da parte della popolazione residente.

Dei circa 1.000 abitanti del 1980, attualmente ne risiedono meno di 300. Tuttora il Comune di Cairano è classificato in ‘zona sismica’ 1 (pericolosità sismica alta). Il progetto, dal 1999 più volte candidato su misure del Por Campania, è stato ammesso a finanziamento nel 2014.

I fabbricati, oggetto dell’intervento, presentavano gravi fenomeni di degrado dovuti a: fenomeni di fessurazione e lesioni delle murature provocate dalle sollecitazioni sismiche; crollo delle coperture dovuto ai ripetuti carichi di neve e alla prolungata assenza di manutenzione; imbibizione delle superfici murarie, degli intonaci, delle pavimentazioni e dei solai lignei dovute alle infiltrazioni di acqua piovana; assenza di cordoli di piano: i solai in legno venivano posati direttamente nei fori predisposti nella muratura; durante il sisma numerose travi sono fuoriuscite dai fori di allocazione; superfetazioni in aggetto rispetto alle murature; dissesto e dislocazioni della tessitura muraria; diffusione incontrollata della vegetazione sulle murature e nelle aree di sedime; sfaldamento e degrado dei letti di malta, sui paramenti murari esterni, a causa del dilavamento e delle infiltrazioni delle acque meteoriche.

L’appalto ha coinvolto due unità edilizie omogenee: il comparto “Castello”, a monte, e il comparto “Sotto-Chiesa”, baricentrico rispetto al Borgo, posti a poca distanza l’uno dall’altro; inoltre ha previsto il recupero di vicoli e spazi urbani.
La metodologia d’intervento, messa a punto da ‘Verderosa studio’ è stata finalizzata in particolar modo all’adeguamento antisismico e al contenimento dei consumi energetici, basandosi su un attento dosaggio nel rapporto conservazione/ innovazione, reso complesso dall’orografia dei luoghi e dai vincoli di tutela. L’intervento ha permesso di passare dalla classe pre-intervento di rischio sismico “F” alla classe “A” per il comparto Castello (dove è stato quindi conseguito l’adeguamento sismico) mentre, per il comparto Sotto- Chiesa, sono stati eseguiti numerosi interventi di “miglioramento sismico” che hanno permesso una maggiore conservazione delle parti originarie.
I vecchi ruderi sono stati quindi recuperati come albergo diffuso e residenze per artisti intorno ad una nuova ‘piazza-teatro’ dove si tengono le master-class sui mestieri dello spettacolo riservando così forte attenzione alla cultura e all’arte come principio di rivitalizzazione dei luoghi marginali. L’orografia del sito, caratterizzata da una notevole pendenza, ha suggerito la disposizione della nuova gradinata in pietra orientata verso valle e con vista verso montagne che costituiscono una straordinaria naturale scenografia.

Il capitolato di appalto ha incentivato l’impiego di tecniche, materiali e manodopera locali e ha imposto il riutilizzo di materiali aridi provenienti da svellimenti e demolizioni con l’obiettivo di realizzare un’opera sostenibile anche dal punto di vista ecologico. Intorno alla cavea di teatro sono stati previsti gli spazi della biglietteria e dei servizi per il pubblico in un piccolo fabbricato con copertura a terrazzo. Un ambiente ipogeo invece, destinato agli artisti, contiene gli alloggi,
una grotta termale e alcuni degli ambienti destinate all’area ristoro. Due cavità naturali ospitano invece la cantina-museo. Buona parte dei vetusti fabbricati non è stata ricostruita lasciando spazio ai terrazzi, lastricati con malta di calcare bianco, che sottolineano la scelta di ridurre la volumetria complessiva del luogo per favorire il rapporto visivo ed emozionale continuo con il paesaggio circostante. Nel comparto Sotto-Chiesa sono stati recuperati tre alloggi, una piccola sala per convegni là dove era il vecchio “forno comunitario” e un’ampia superficie destinata al “Museo delle relazioni felicitanti”.

Quali interventi correlati si segnala la messa in sicurezza e ripavimentazione di una serie di vicoli che portano ai comparti recuperati e il recupero di un’antica “rampa storica” che collegava il borgo al fiume e su cui fonda il mito del luogo.

Il tutto è stato eseguito cercando di ristabilire un dialogo tra architettura e paesaggio, recuperando antichi luoghi, ritenuti una preziosa risorsa a servizio della comunità, usando la gomma più che la matita e ricercando un nuovo equilibrio tra residenti, territorio e potenziali
nuovi abitanti.

Il progetto è stato selezionato ed esposto alla 16^ Biennale Architettura di Venezia 2018, nel Padiglione Italia curato dall’architetto Mario Cucinella.

Documentazione e info: www.verderosa.it