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- Giugno 23, 2014
Premessa metodologica
Il bando di concorso richiedeva una riflessione progettuale su un modello abitativo compatto (il convitto) di corbuseriana memoria, in cui i servizi e le dotazioni richieste (locali fitness, mensa, spazi di socializzazione, etc.) dimensionati per circa 120 posti letto, devono essere perfettamente integrati in un unico edifico.
Lo sviluppo delle questioni ambientali, ecologiche e bioclimatiche, ha chiaramente indirizzato verso una diretta relazione con il paesaggio circostante e gli adiacenti rilievi collinari. Tuttavia, i ripiani erbosi di progetto, certamente rilevanti nella strategia compositiva, definiscono una vera e propria provocazione in linea con i temi e la sfida proposta dall’EXPO 2015: essi sono dei veri e propri “orti urbani” che fissano le coordinate di una possibile riduzione degli impatti legati alla richiamata problematica alimentare, suggerendo scenari di una possibile, anche se limitata, autonomia ecologista.
Concept
La presenza dei rilievi collinari adiacenti l’area di progetto è bruscamente interrotta dal notevole dislivello evidenziato dal muro di sostegno che delimita a nordest il lotto.
Il progetto intende ricostruirne idealmente il profilo mancante, prolungando idealmente la collina dentro il lotto e collocandovi “sopra” le nostre architetture.
In realtà, tale ricostruzione è essa stessa architettura:
– sia perché “collina artificiale”, realizzata recuperando la terra di scavo, organizza una promenade attraverso i suoi ripiani erbosi degradanti, utilizzabili per le attività all’aperto e anche come luogo d’incontro;
– sia perché ospita al suo “interno” buona parte delle funzioni del piano terra, dei servizi e dello stesso garage a servizio del convitto.
Tutte le altre funzioni vengono racchiuse in tre prismi volumetricamente elementari, che si dilatano progressivamente, fratturandosi e articolandosi plasticamente.
Il primo di questi, collocato sopra la mensa, è definito da una aerea pelle in cotto che, rigirando su se stessa, accoglie la casa del custode, con il suo accesso indipendente.
Il secondo prisma, definito da un paramento lapideo, organizza su due livelli la zona dello sport, ospitando nelle sue pieghe un portico che collega “trasversalmente” la zona centrale, la zona convitto, il parcheggio e i servizi della mensa.
Il terzo, più aereo e trasparente, ospita le stanze del convitto e si apre al paesaggio circostante attraverso un profilo a “L” che organizza un vero e proprio patio interno.
Le tre architetture, poste sopra la nuova collina artificiale, organizzano lo spazio del parco esterno attraverso una serie di relazioni tensionali, di scorci prospettici e di texture materiche ispirate ai materiali del luogo.