Architettura, dopo la pandemia spazi aperti e più verde: “Il lockdown ci ha resi aggressivi”

By 06/10/2022News
Nardone-premiato-da-Di-Mauro

Al Premio Internazionale Ischia di Architettura l’analisi dello psicologo Giorgio Nardone. Venerdì l’architetto britannico Ian Ritchie parlerà di “neuroarchitettura”: “Così edifici e spazi possono promuovere benessere”.

“La lunga esperienza della pandemia, costringendoci a vivere in spazi il più delle volte angusti e, spesso, a dividerli con altre persone, ha fatto aumentare del 70% i casi di aggressività domestica. Ora abbiamo maturato la consapevolezza di avere bisogno, per vivere in benessere, di luoghi più ampi, dove più marcata sia la divisione tra spazi di relax e spazi di lavoro, e che possibilmente siano dotati di giardini e balconi”. Giorgio Nardone, già fondatore del CTS Centro di Terapia Strategica e autore di numerosi saggi tradotti in varie lingue e di libri di carattere divulgativo, è stato tra gli ospiti della prima giornata della decima edizione del PIDA, il Premio Internazionale Ischia di Architettura.
“L’architettura – ha aggiunto – deve dialogare con la psicologia. Perché gli spazi che abitiamo influenzano il nostro umore. E i luoghi costruiti sono, spesso, luoghi d’incontro, dove comunichiamo, dove viviamo. Dove stiamo più o meno bene”. Sul tema è intervenuto anche Stefano Bartoli. A margine, l’inaugurazione della mostra “Flirt”, negli spazi del Castello Piromallo, personale di Ernesta Caviola, socia fondatrice di “Architettrici”, a cui è stato assegnato il Premio Ischia Internazionale di Architettura (PIDA) per la fotografia.
Venerdì 7 ottobre è in programma, al Castello del Piromallo, un talk su comfort sensoriale e architettura, con interventi – dalle 16.00, moderati da Luca Gibello – dell’architetto britannico Ian Ritchie, da sempre in prima linea nell’esplorare i rapporti tra spazi e neuroscienze, dello psichiatra Stefano Pallanti (direttore dell’Istituto Italiano di Neuroscienze) e dell’architetto Davide Ruzzon, direttore del master NAAD in neuroscienze all’università IUAV di Venezia).
“L’applicazione delle conoscenze delle neuroscienze all’architettura – anticipa Ritchie – ha il potenziale per fornire edifici e spazi che promuovono in modo misurabile il benessere e creano ambienti più sani o più efficaci per attività specifiche. C’è, tuttavia, il rischio che la neuroarchitettura diventi solo una parola di moda, come ‘eco’, ‘verde’ e ‘sostenibile’”.
Ritchie ha fondato lo studio Ian Ritchie Architects e nello stesso anno è stato tra i fondatori della società di ingegneria Rice Francis Ritchie (RFR), con sede a Parigi. Il suo lavoro si è segnalato a livello internazionale per le scelte innovative basate su tecnologie all’avanguardia, soprattutto del vetro strutturale. La sua autobiografia, Being: an architect, è stata pubblicata nel 2012.
Ha inoltre progettato l’SWC, il pluripremiato Sainsbury Wellcome Centre for Neural Circuits and Behaviour, uno dei primi edifici al mondo pensato per tenere conto di ciò che è stato appreso su come lo spazio di lavoro influisce sul comportamento ed è un edificio altamente efficace in cui lavorare. Venerdì 7 ottobre il PIDA ospita anche un talk con Antonio Morlacchi e Sonia Politi, vincitori del Premio Giornalismo 2022.