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- Giugno 23, 2014
Napoli, quartiere Fuorigrotta, Mostra d’Oltremare – Alla base del concept progettuale c’è la volontà di riportare la Mostra d’Oltremare al suo originario splendore attraverso due azioni fondamentali, il recupero degli edifici e l’adeguamento dell’impianto a Parco Urbano. Così la Mostra d’Oltremare abbatte metaforicamente i suoi limiti fisici ed aprendosi alla città, offre un Museo a cielo aperto, ricco di opere d’arte, d’architettura e splendida vegetazione. Su di un tratto dell’antica strada romana a ridosso di via Terracina, strada di grande comunicazione, partendo dall’architettura del luogo – razionalista e modulare, prendono forma l’albergo (H2L) ed un wellness center, a servizio sia dell’hotel che degli abitanti del luogo. Alla ripetitività del segno orizzontale che caratterizza la struttura alberghiera (in cemento di riso), che consta di 50 camere, ovvero 118 posti letto, si contrappone un’esplosione di colori che, prendendo a mo’ d’esempio i mosaici del Cubo d’Oro, costituiscono pannelli estetici e funzionali all’autosufficienza energetica; inoltre il ritmo cadenzato è interrotto da moduli di verde di diversa tipologia, per la sosta ed il benessere. H2L ed il wellness center sono collegati tra loro da un percorso d’acqua e da percorsi in acciaio e vetro che possono offrire anche vedute strategiche sul parco. Il solarium, che dalla SPA collega l’elemento lineare ai due corpi ad “L”, costituisce un tetto giardino non solo piacevole da un punto di vista estetico, ma che possa contribuire, in un’area urbana così congestionata, alla depurazione dagli inquinanti atmosferici. Sempre reinterpretando le componenti tipiche architettoniche ivi presenti, l’area dei servizi annessi all’hotel con differenti rotazioni, si sviluppa su tre livelli, corrispondenti a ben specifiche funzioni che hanno a loro volta continuità con l’esterno. Al primo livello è collocato il mercato coperto che ha la volontà di diffondere l’idea di mangiar sano nutrendo il pianeta; con i suoi 1.400 metri quadrati ca. e con più di 42 espositori non è solo un’attrazione turistica, ove si possono trovare prodotti locali e non, ma un’opportunità di conoscenza del territorio. Anche la Scuola di Cucina, caratterizzata da ampie vetrate che danno nel mercato, nasce con l’intento di educare i cittadini al buon cibo, al mangiare sano, alla riscoperta della genuinità degli alimenti più semplici. Un luogo, quindi, dove “vivere il cibo”, ma anche un luogo di incontro delle Terre d’Oltremare: un luogo dove mangiare locale pensando globale.
Il mangiare sano, come energia per “nutrire l’uomo” e per “nutrire il pianeta” in maniera corretta, è un modo per rispettarlo; prodotti a “chilometri zero”, valorizzazione della cucina locale, esperienze gastronomiche uniche dovute a contaminazioni “mediterranee” e non solo, sono i messaggi che il ristorante, posto al secondo livello, vuole trasmettere ai propri fruitori: informare, educare e far assaggiare. Allo stesso livello, a voler sottolineare l’approccio sinergico e multidisciplinare c’è la palestra, anch’essa fruibile non solo dall’utenza dell’albergo. Al terzo livello, sono presenti la SPA ed un centro congressi capace di accogliere ca. 200 utenti, e che all’occorrenza, in base alle esigenze, può suddividersi in due sale separate. In generale l’aspetto della sostenibilità ambientale, è concepito in modo da crescere e confrontarsi insieme a tutto l’iter progettuale. Il contenimento del consumo energetico, (meno di 30 kW/mq, circa il 50% di risparmio rispetto ai sistemi tradizionali), è garantito da elementi tecnologici, da materiali a basso impatto ambientale e da tipologie e sistemi costruttive studiati ad hoc: vetrate basso emissive, cemento di riso per le strutture portanti, pannelli in fibra di legno, destinabili al riciclaggio ed al riutilizzo, lampade a led e tetti verdi e ventilati. Impianti a pannelli fotovoltaici vetrati con sistemi di accumulo ad alta efficienza, coprono il 60% dell’energia elettrica usata, affiancati a sistemi di recupero energetico dell’aria espulsa con sistema di climatizzazione estiva a chiller, a pannelli adiabatici, all’utilizzo di pannelli radianti e caldaie a biomasse, il riciclo e il riuso dell’acqua piovana per l’irrigazione e per gli elementi di decoro sono interventi che consentono all’intero complesso di produrre energia pulita. Sappiamo con certezza che la “qualità ambientale” di un luogo include una molteplicità di fattori: una città che sa investire nelle economie più competitive, nella green economy, nelle politiche ambientali, nella logistica, nelle reti digitali applicate ai servizi, nella partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, è anche una città in grado di produrre qualità della vita. Con un parco aperto alla città l’intento è quello di sfruttare al meglio le risorse artistiche, naturali, paesaggistiche e culturali per poter migliorare di conseguenza la sfera economica, sociale, ambientale ed istituzionale.
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