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- Giugno 23, 2014
Il contesto
Il progetto realizzato in Campania, nel Salernitano sul mare del cilento (centro thalassoterapico), legge con attenzione i luoghi per poi diventarne parte assonante e singolare. E’ stato obbligatorio il parere della Soprintendenza competente territorialmente, che dopo discussioni e sopralluoghi ne ha infine condiviso la peculiarità. Il centro terapeutico di Castellabate è diventato un’inusuale novità su cui la soprintendenza di Salerno ha scommesso assieme al progettista, lasciando che l’edificio si ispirasse liberamente a forme, colori e materiali delle barche che da aprile ad ottobre si aggiungono ai pescherecci, affastellando festosamente il piccolo e pulitissimo specchio d’acqua del porticciolo di San Marco di Castellabate, piuttosto che all’edilizia tipicamente cilentana.
Brevi note
Nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, il piccolo nucleo di San Marco è situato a sud della baia di Castellabate. L’Hotel l’Approdo dal quale, sottopassando la strada per punta Licosa, si raggiunge la struttura terapeutica, si trova nel comune di Castellabate in località Porto – frazione San Marco. L’uno è integrato all’altro a formare un moderno Resort. Il lotto sul quale è stato realizzato il centro di cura con acqua di mare, nodale rispetto ad un ampio piazzale, alla stretta via che conduce a Punta Licosa ed a quella che porta fuori dal porto, è di circa 800 mq e per anni è stato utilizzato come parcheggio per auto e barche in secco. L’area collinare ha un profilo lieve e l’edificio terapeutico-termale che lo conclude affaccia direttamente sul porticciolo. Lo slargo ad esso antistante, col suo essere assieme piazza, strada ed estremo nodo tra città e mare, ha rappresentato un punto delicato della riflessione progettuale, spostando l’attenzione da tematiche squisitamente compositive e paesaggistiche, ad altre di carattere propriamente urbano e a scala di cittadino. Il nuovo corpo di fabbrica si presenta all’osservatore che provenga dal centro urbano più a monte, come una lunga sagoma trasparente appoggiata su di un giardino pensile. Le volumetrie vetrate, avvolte a tratti da una listatura regolare in legno, piuttosto che ispirarsi in modo consueto a forme autoctone da borgo a mare, vogliono ricordano la tolda di una imbarcazione tirata in secco per il rimessaggio stagionale. Le terme si articolano su più livelli variamente dimensionati. Il blocco delle terapie con l’acqua di mare non in vasca, trovano spazio e sviluppo dal porticato di accesso in giù, comprendendo il sottopasso stradale che conduce al bar dell’Albergo “L’Approdo” (del medesimo proprietario); qui percorsi e ambiti dedicati ai trattamenti sono avvolti dal bianco diffuso delle pareti curvilinee, tagliate da strisce di luce cromoterapiche. Dal primo livello in poi a salire, con un gioco di continue relazioni e rimandi, cominciano le trasparenze e le aperture sul paesaggio, godibili tanto dal giardino in quota e dal solarium che dai vari spazi interni protesi verso il mare e verso il porto. La grande vasca interna-esterna sospesa al piano del verde pensile, disegna il cuore di questa leggera architettura terracquea e il nodo funzionale principale del complesso sistema di cure offerte.
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