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Ischia 25 luglio 2011
Da un po’ di giorni si è conclusa la quarta edizione del Premio Internazionale Ischia di Architettura, la kermesse che accende i riflettori sui progetti di strutture turistico ricettive che sappiano coniugare la qualità dell’ospitare con il rispetto per l’ambiente. La villa “La Colombaia”, un tempo dimora del regista Luchino Visconti, ha ospitato dal 18 al 24 luglio l’evento frutto della collaborazione tra l’associazione PIDA, l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia, l’ANAB (Associazione Nazionale Architettura Bioecologica) e Federalberghi.
A mente fredda e con il distacco che solo il tempo sa dare è lecito chiedersi: “quale eredità ha lasciato all’isola di Ischia questa quarta edizione del PIDA?” Un lascito cospicuo, vista la grande mole di proposte culturali che nel corso della manifestazione sono state elaborate.
Già nel corso della prima serata, il 21 luglio il dibattito si è animato attorno al controverso tema del rapporto tra Arte e Architettura. Hanno scambiato le loro opinioni Stefano Casciani, Raffaele Cutillo, Luigi Prestinenza Puglisi,Francesco Rispoli moderati da Giancarlo Graziani. Sei artisti hanno proiettato le loro proposte progettuali per riqualificare e abbellire luoghi simbolo dell’isola. Sei sono le piazze sulle quali si sono concentrate le proposte degli artisti che hanno aderito all’iniziativa. Riccardo Dalisi ha pensato alla piazza antistante il Castello Aragonese a Ischia Ponte. Giovanni De Angelis ha proposto tre interventi per tre diverse piazze: il primo si colloca nella trafficata piazza degli eroi ad Ischia, il secondo è una scultura per piazza Girardi a Lacco Ameno, il terzo è per il belvedere di Barano d’Ischia. Felix Policastro interviene sulla Piazza di Sant’Angelo, mentre lo studio Rotella interviene su Piazza San Francesco a Forio. Perino e Vele hanno proposto un’installazione nel centro di Casamicciola Terme. Roberto Serino e Paola Galante hanno inserito il loro intervento nella Piazza del porto di Forio. A fine serata, nell’anfiteatro della Colombaia è stata esposta una scultura dell’architetto Dalisi, proveniente dalla galleria Del Monte l’architetto stesso ha donato alla Fondazione la Colombaia affinché fosse esposta a ricordo della serata. Il gesto è simbolico e è un invito agli artisti a donare un’opera ad un luogo per rafforzare il rapporto arte città.
Nella serata del 22 luglio si è discusso sul controverso ruolo dell’architetto, sulla professione, sulla legge per la qualità dell’architettura e sullo strumento del concorso di progettazione quale metodologia per la selezione degli incarichi. Nell’introdurre i lavori, Giancarlo Graziani ha sottolineato che il mestiere dell’architetto ha una finalità semplice che svolge in un contesto complicato a causa dell’apparato normativo e dei tempi. Gerardo Maria Cennamo, vice presidente Ordine Architetti di Napoli, ha presentato l’indagine che il CRESME sta realizzando insieme agli ordini professionali per sondare lo stato delle professioni, nel caso specifico sugli architetti con l’obiettivo è di conoscere ciò che succede nel mondo della professione, attraverso un questionario tematico. Giorgio Santilli, giornalista de Il Sole 24 Ore, insieme alla sua redazione ha elaborato una proposta di legge che rende necessario il concorso per la realizzazione di opere pubbliche. Il concorso è l’unico strumento che favorisce il dialogo tra le diverse figure che concorrono alla realizzazione di un’opera pubblica: il committente, il progettista e il fruitore. La proposta che ha raccolto molti consensi di associazioni di categoria, ordini professionali, politici di diversi schieramenti è stata recepita da alcuni parlamentari che hanno elaborato il disegno di legge numero 4492 che è stato presentato alla Camera dei Deputati. La proposta introduce modifiche al codice dei contratti pubblici finalizzate alla promozione della qualità architettonica e alla disciplina della progettazione. Alessandro Castagnaro presidente ANIAI plaude al PIDA perché in questi quattro anni di vita è riuscito a proporre iniziative sempre più coinvolgenti e quest’anno in particolare il tema del rapporto arte e architettura ha suggerito interessanti spunti di riflessione. Anche il workshop fa capire che con la creatività si può fare un’architettura migliore. Per Paolo Pisciotta consigliere nazionale dell’Ordine degli architetti oggi è in atto un tentativo di abolire gli ordini professionali. Se ciò avvenisse l’architetto diventerebbe un dipendente dell’impresa. E in un momento di crisi come quello attuale c’è invece bisogno di maggiore protezione dell’architetto, la figura più svantaggiata nel processo costruttivo. Michele Calise assessore all’urbanistica del comune di Forio affronta il problema da un punto di vista diverso sia per la sua formazione di avvocato, sia per il ruolo che riveste. I concorsi sono uno strumento necessario per produrre un’architettura di alto valore qualitativo. Ai concorsi partecipano ottimi architetti che mettono sul tavolo progetti spendibili. Il PIDA è un esempio che ciò può avvenire: sia lo scorso anno per il PAFO, sia quest’anno per la caserma dei Carabinieri sono stati e saranno elaborati progetti di grande valore. Il problema è che le amministrazioni hanno moltissimi vincoli normativi, burocratici e difficoltà economiche. A fine serata è stata inaugurata la mostra fotografica del fotografo-architetto Luigi Filetici dal titolo “Metamorfosi urbane”.
Nella serata conclusiva del 23 luglio, sul palco del suggestivo anfiteatro della Colombaia sono stati assegnati i premi del PIDA e con questo gesto gli organizzatori, Giovannangelo De Angelis presidente, Daniela Marino, Lucia Regine, Carla Tufano, Simone Verde, Elisa Vitale hanno dimostrato che la buona architettura esiste e che soprattutto esistono i professionisti che credono in questa idea e si spendono perché l’idea diventi realtà costruita con le mille difficoltà che in Italia si incontrano.
I premi del CONCORSO sono stati assegnati per la sezione architettura a Rosario Cusenza e Maria Salvo per il recupero ambientale di una cava dismessa nell’isola di Favignana con la realizzazione di un albergo ipogeo a quattro stelle; per la sezione Interior Design all’arch. Arch. Mauro Piantelli (studio DE8) con il Design YAS Marina Hotel, Abu Dhabi, UAE.
I PREMI SPECIALI DELLA GIURIA sono stati assegnati a Mario Cucinella, vincitore del PIDA internazionale alla sostenibilità perché nutre da sempre uno speciale interesse per i temi legati alla progettazione ambientale e alla sostenibilità in architettura; a Italo Rota, vincitore del PIDA alla carriera per gli alberghi realizzati, perché propone una progettazione che miscela in modo non convenzionale colori, materiali, luci e tradizioni; a Giorgio Santilli, vincitore del PIDA al giornalismo, perché porta avanti la battaglia per ottenere una legge sulla qualità in architettura e perché il concorso di progettazione sia uno strumento democratico e partecipato che garantisca la qualità nel risultato; a Luigi Filetici vincitore del PIDA per la fotografia, perché le sue fotografie sono interpretazioni della forma e dello spazio, lettura critica di un progetto architettonico attraverso la composizione e l’uso della luce.
Sono stati premiati anche i progetti elaborati durante il WORKSHOP di progettazione“Da ecomostro ad eco beauty” che è iniziato lunedì 18 luglio. Il progetto prevede il completamento di un fabbricato nel Comune di Forio d’Ischia, compiuto solo nella struttura portante, da ultimare in caserma dei Carabinieri. Il direttore del workshop è Mario Cucinella, affiancato da tre tutor Linda Nubani, Francesco Rispoli con Mattia Leone e Federico Verderosa. Gli architetti che partecipano al workshop sono neo laureati e selezionati su curriculum. Tra le numerose domande pervenute sono stati scelti 12 candidati che avevano conseguito la laurea con il massimo dei voti: Galina Bogdanova, Adriano Calicchio, Giulio Carra, Luigi Cimmino, Nicola Di Biase, Immacolata Di Francesco, Claudia Gamba, Patrizia Iualè, Sarah Khawaja, Claudia Muto, Lucia Secondo, Francesco Valente.
La giuria presieduta dall’architetto Cucinella, e composta da Paola Bovier rappresentante della Sovrintendenza di Napoli, Filippo Cannata light designer, Gennaro Polichetti presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli e da un rappresentante dell’Arma dei Carabinieri ha deciso di assegnare i seguenti premi:
– premio workshop PIDA 2011 al progetto DOPPIO SENSO perché propone un’attenta integrazione nel paesaggio e una forte immagine simbolica che recupera in maniera nascosta l’esistente;
– premio workshop PIDA 2011_sostenibilità al progetto A POINT OF VIEW, UN EDIFICIO, UN CONCETTO, PIÙ DIREZIONI perché ha la forza di proporre un nuovo punto di vista attento, attuando un senso contemporaneo;
– premio workshop PIDA_luce al progetto UN MURO, UN TETTO, UNA PIAZZA perché è una proposta che gioca con la luce e la trasforma in un’occasione di un nuovo segno architettonico.
Il lascito come si può ben vedere è cospicuo ma dipende dalla capacità degli eredi a saperlo amministrare. Risposta banale si potrebbe obiettare giustamente da più parti, ogni eredità deve essere bene amministrata altrimenti si dissipa, o cade in disuso. In questo caso l’eredità è un grande bagaglio di idee, di proposte che potranno essere concretizzate, attuate senza molta difficoltà e senza eccessivo dispendio economico qualora gli interlocutori istituzionali fossero disposti a dialogare con gli artisti e gli architetti che hanno realizzato i progetti.
Le due proposte concrete: i progetti degli artisti per le piazze di Ischia e i progetti elaborati dai tre gruppi di architetti durante il workshop “da ecomostro a eco beauty” sono a portata di mano delle amministrazioni competenti che quest’anno più che mai hanno un lascito da cui attingere con estrema facilità.