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PIDA - Premio Internazionale Ischia di Architettura
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LA CITTA’ DI VULCANO

  • Luglio 11, 2014

L’area di progetto si trova a Ischia, in un luogo dove una lussuriosa vegetazione risorge dalle stratificazioni vulcaniche in un “conflitto armonico” degli Elementi: terra, fuoco/acqua, aria.
Dalla terra germoglia il manto verde che si dissolve nelle pieghe rocciose, in un equilibrio stagionale, mentre la linea dell’orizzonte avvolge in un continuo di acqua e aria.
Un universo su cui impostare il progetto di valorizzazione dell’area: un luogo in cui si trova il proprio benessere circondati da elementi naturali essenziali e ricchi di significato.
Ogni particolare acquista un significato che lo lega alla natura del luogo e al mito delle origini.
Il paesaggio incarna la mitologia della metamorfosi.
Dalla roccia nascono case che modellano un habitat in totale sintonia con la natura del luogo; nasce l’acqua che esce prodigiosamente, come l’acqua dalla verga di Mosè. L’acqua feconda la terra e alimenta la vegetazione che si sviluppa rigogliosa.
L’area si presenta come un mosaico di paesaggi diversi, ciascuno con caratteristiche specifiche che vanno valorizzate e comunicate: il parco termale a due passi del mare, le piante esotiche, le erbacee spontanee, i vigneti, l’agrumeto, i giardini tematici.
La varietà diviene il punto di forza del processo tematico legato da una narrazione.
IL MITO DI TIFEO. Ischia, l’isola di Tifeo, il gigante ribelle, il fuoco sotterraneo che sconvolge il mondo e lo ricrea. Una metafora che rimanda alla genesi mitica del luogo.
LE “PROVE” DEI 4 ELEMENTI. Lungo il percorso si svolge una narrazione richiamata dai versi di autori come Boccaccio, Giulio Iasolino, Vittoria Colonna, Comisso.
I giardini degli Elementi hanno un repertorio di specie che tiene conto sia dei fattori estetici, sia simbolici, sia naturali, a partire dalla natura lavica e tufacea del terreno. Ischia infatti è un Horst vulcanico-tettonico, cioè una serie di zolle variamente sollevate e inclinate, dove il monte Epomeo è la parte più alta.
Sono terreni sciolti di medio impasto facilmente permeabili.
GIARDINO D’ACQUA. Sarà vicino alla roccia, con una fontana e la linea d’acqua. L’impianto del giardino è a onde: una serie successiva di strisce coltivate dome domina il colore che evoca l’acqua.
GIARDINO D’ARIA. Nell’area saranno coltivate le piante che vivono dell’aria, affiancate a conifere sempreverdi dallo sviluppo contenuto. Si tratta delle Tillandsie (piante del vento), sculture naturali che catturano l’attenzione ancor prima di scoprirne le straordinarie caratteristiche. Si nutrono del pulviscolo presente nell’aria e sono in grado di riprodursi naturalmente appese a un filo. Dall’aria queste piante attingono anche al loro fabbisogno idrico. Hanno anche la proprietà di purificare l’ambiente dall’inquinamento chimico, fisico ed elettromagnetico.
GIARDINO DI TERRA. Il giardino rappresenta la terra promessa, la terra del Sole, florida e ricca di frutti. «Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gn. 2,15). «Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbattuti; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura. Allora si rivelerà la gloria del Signore» (Is. 40,3.4). L’area è pianeggiante, suddivisa geometricamente in quattro parti come i quattro fiumi del Paradiso; al centro è la fontana.
GIARDINO DI FUOCO. Il percorso del parco culmina col cratere: una grande montagna a cui si arriva dallo stagno in una corrispondenza perfetta tra volume sottratto e volume aggiunto. All’interno del cratere una selva di alberi color rosso fiamma, simbolo del fuoco, piante erbacee dai fiori rossi che fioriscono tutta l’estate e una grande lente che riflette il sole.
La via del fuoco è una via che attraversa gli altri elementi che entrano in relazione tra loro.
Il mito e la metamorfosi, un ciclo continuo di nascita, morte, rinascita.
IL GIARDINO DI DIONISIO (VIGNETO). Dio arcaico della vegetazione, legato alla linfa vitale che scorre nel mondo vegetale. A Dionisio erano consacrati tutti quei frutti ricchi di succo dolce, come l’uva, il melograno o il fico, tanto da essere poi identificato come Dio del vino. Da qui anche la divinità dell’estasi e della liberazione dei sensi, quindi essenza stessa del creato nel suo continuo fluire.
Il vigneto è basso, delimitato da muri di tufo a secco, le cosiddette “Parracine”.
Saranno impiantati i vitigni tipici dell’isola: Biancolella, Forastera, Rilla, Piedirosso, Guarnaccia.
Il percorso del parco “La Città di Vulcano” parte dal mare che si confonde col cielo: la linea azzurra dell’orizzonte e la massa liquida che diventa sempre più calda a mano a mano che si avvicina al vulcano.
Dalla terra eruttano le sorgenti calde, terapeutiche, le masse d’acqua s’insinuano nelle lingue rocciose, entrano nelle grotte. Acqua e terra generano la vegetazione: una vegetazione spontanea – da preservare – e una vegetazione progettata – da inserire nella narrazione.

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