- Giugno 23, 2014
DONNACARMELA RESORT | AGRITURISMO
Riposto, 2007 – progetto
Un fabbricato del 1870 ristrutturato come residenza di charme integrando elementi contemporanei al recupero di elementi propri dell’identità della costruzione, a volte reinterpretati
Donnacarmela è un’antica residenza siciliana posta sul versante orientale del vulcano Etna verso il mare, immersa nel paesaggio.
L’intervento di risanamento dell’intero impianto architettonico, composto dalla residenza con annesso il palmento (luogo in cui avveniva la pigiatura dell’uva per produrre il mosto), le stalle e il corpo per il ricovero dei mezzi meccanici di più recente costruzione, è stato gestito e concertato da un team di professionisti locali. Nel progetto complessivo sono stati curati gli interventi strutturali e gli impianti, mantenendo la morfologia a gradoni che caratterizza le zone alle pendici del vulcano e i materiali tipici della tradizione costruttiva locale. La scelta formale primaria è stata quella di definire una griglia progettuale macroscopica con basole di pietra lavica di recupero e ciottoli, che inglobasse nella maglia ortogonale a quadroni le diverse direttrici dettate dall’orientamento dei volumi. All’esterno -negli spazi più ampi- il disegno a pavimento sembra definire una sorta di tappeto che invita alla sosta mentre nelle zone di passaggio, più racchiuse, il segno in pianta conduce sempre ad un evento leggibile nello spazio. La scelta dei colori è giocata sui grigi delle sfumature laviche e sui beige della pietra bianca di Siracusa, tipica del Barocco catanese. Il corpo centrale dell’impianto era la vecchia stalla, a doppia altezza, a cui è stato rifatto il tetto con nuove capriate in legno di castagno; la passerella laterale a soffitto rende fruibile la terrazza adiacente. Il vecchio pollaio con il soffitto a volte di calce è diventato la sala di lettura, mentre il serbatoio del pozzo esterno è stato trasformato in cantina. Alla piscina, ad una quota più bassa, si arriva costeggiando una scalinata. La pavimentazione in teak del solarium si armonizza con il carattere duro dei lastroni in pietra lavica, che nascondono lo sfioro della vasca. All’interno, le finiture nelle pavimentazioni in resina e cemento spazzolato riprendono i colori tortora e sabbia, mentre nella sala grande sono stati inseriti a pavimento pannelli ricavati da antichi tronchi. Sui tetti, oltre ad un impianto fotovoltaico integrato per la produzione di acqua calda, comignoli a punta occhieggiano al visitatore, distratto da tanta bellezza del paesaggio.Il tema del recupero del patrimonio edilizio esistente trova, in Sicilia,
numerose occasioni. In questo caso si trattava di un fabbricato della
tradizione rurale, costruito per successive addizioni e giunto a noi in
precarie condizioni statiche e di conservazione. L’operazione progettuale è
partita, attraverso un rilievo dettagliato, dalla comprensione dei volumi
originari al fine di depurarli da superfetazioni e aggiunte estranee al corpus
originario. Ne è derivato l’impianto oggi visibile che comunque, nella sua
articolazione presentava alcune suggestioni spaziali immediatamente
percepibili o potenziali. Archi strutturali nascosti, altezze interne legate da
alcune funzioni originarie, per esempio, sono stati elementi utilizzati quali
materiali del progetto anche in chiave espressiva. L’ambientazione che ne
consegue è variamente articolata con spazi a volte compenetrali nelle due
direzioni dove sono stati riportati alla luce o, creati, alcuni dettagli costruttivi
sempre nella logica della costruzione rurale che,per sua natura, è costituita
da una naturalezza espressiva chiaramente evidenziata da materiali “poveri”
e non troppo finiti.
Ecco la scelta della passerella aerea in legno grezzo e la scala di
collegamento tra i due piani della hall in ferro semplicemente trattato con
anticorrosivo. Così come la scelta di lasciare in vista, ove possibile, alcune
partiture murarie in pietra lavica di indubbio pregio.
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01.SCANNELLA_donnacarmela@264.pdf
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