- Giugno 14, 2014
L’intervento è situato nel comune di Castiglione del Genovesi, inserito per parte del suo territorio nella zona a protezione speciale dei monti Picentini e nel parco regionale omonimo. Si colloca a ridosso di un’area su cui insiste un bosco rado, prevalentemente caratterizzato da castagni giovani. Il cliente ha chiesto di realizzare due progetti sullo stesso sito di circa 1,57 ha: un hotel con annessa spa, ristorante e piscina indoor/outdoor, ed una dependance inserita anch’essa nel grande parco verde in cui l’intero intervento si colloca e munita di propri spazi benessere ed aree relax nonché di un sistema di piscine indoor/outdoor riservate, oltre a ampie zone living al piano terra e camere da letto con bagno indipendente al primo piano.
Il progetto proposto introitando le visioni e le suggestioni trasmesse dal committente cerca di ordinarle e di darne una propria interpretazione in chiave contemporanea, superando di fatto la visione romantica verso cui esse tendevano che avrebbe portato alla realizzazione di “falsi storici”.
Per il primo dei due progetti l’intento è stato quello di valorizzare una zona di sostanziale abbandono, creando un’azione silente che pone il concetto di rapporto sinergico con la natura come una pietra miliare di tutto il processo di progettazione.
L’idea generale del progetto è la creazione di un sistema integrato di servizi che ruotano attorno al concetto di un villaggio rurale. Il progetto prevede quindi la costruzione di sistemi differenti:
il primo, che è anche il principale e regola e governa l’insieme delle scelte funzionali e formali, si frammenta in dieci blocchi con due livelli. Questi blocchi effettivamente comunicano tra loro in modo da diventare funzionalmente un corpo unico in cui il sistema dei cortili, il sistema del verde (che circonda i volumi e talvolta si insinua tra loro), la copertura sugli spazi connettivi (eterei, realizzati in materiale trasparente), l’adattamento dei volumi all’orografia esistente, definiscono un corpo versatile in cui la smaterializzazione è la chiave di lettura principale. Un villaggio dove ogni elemento ha una funzione specifica, per ricordare le abitazioni autoctone, e dove il sistema di copertura e il rapporto tra i singoli blocchi permette l’uso di un sistema in cui viene creato un dialogo con il verde e la natura. I blocchi in cui il complesso si articola contengono al piano terra, oltre ad un sistema di percorsi pluridirezionali che fendono ed attraversano i singoli elementi, l’attività di ristorazione comprensiva di sale e servizi per la preparazione delle pietanze. Al piano primo si trova invece l’attività ricettiva: ogni singolo blocco ospita una camera per accogliere gli ospiti della struttura. Il volume rimanente dotato di piscina ed ampio patio ospita invece il centro benessere. Un complesso composto da volumi poliedrici, capace di massima introspezione, quando necessario, ma principalmente votato alla continua interazione con l’ambiente esterno. Gli spazi a piano terra, in pietra locale, dialogano tra loro e con la natura circostante avendo come unico filtro un sistema di tamponature eteree, realizzato con pannellature in vetro scorrevoli. Il piano superiore, in parte ligneo, enfatizza il concetto di leggerezza definendo volumi essenziali e privi di “gravità”. Il tutto in un mutuo scambio tra pieni e vuoti: in taluni casi il pieno è rappresentato da generosi patii aperti, in cui trovano luogo giardini. Il sistema dei percorsi è molteplice: nastri pedonali che fendono le strutture divenendo in alcuni punti elemento ordinatore, guida e struttura dell’intero sistema funzionale e formale. Il nastro pedonale, che serve i volumi ricettivi posti al primo livello, è un filamento sinuoso, in parte vitreo, che guida l’accesso nelle camere, ma nello stesso tempo è copertura dello spazio ristorante ed ulteriore punto di osservazione in quota del panorama, consentendo in tal modo nuovi stimoli percettivi.
Il secondo sistema prevede la realizzazione di due campi sportivi di cui uno pluriuso con posti auto dedicati da cedere al comune di Castiglione del Genovesi ed uno per la pratica del tennis ad uso esclusivo dei clienti della struttura.
Il progetto della dependance, di circa 800mq, muove dal tentativo apparentemente arduo di reinterpretare il concetto di arco e volta a cui il cliente tendeva. Le due componenti, in un lento processo di alterazione figurativa, si trasformano in un complesso di elementi in legno variamente ondulati uniti a formare una sorta di mutevole duna collinare. Un manto naturale tenue ed elegante che interagisce con il paesaggio circostante, ospitando le diverse funzioni in esso collocate.
Il progetto avviato nel duemiladieci, dopo una serie di lungaggini burocratiche contro cui troppo spesso noi architetti dobbiamo scontrarci, ha ottenuto l’autorizzazione paesaggistica solo nel 2013, di fatto scoraggiando il committente che, nonostante il notevole investimento economico e di tempo, ha deciso di non proseguire in questa avventura e di dirottare altrove i propri sforzi.
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