- Giugno 23, 2014
L’architettura nasce dal luogo. Generata dal territorio, ne eredita le caratteristiche. L’atto umano del progettare, si pone talvolta in linea col sito che va ad antropizzare, talvolta in contrasto con gli aspetti salienti del posto. Fatto sta, che l’uomo sconvolge e rielabora il paesaggio che lo ospita.
Motore del nostro progetto, e l’intenzione di “tirar fuori” dal sito la forma architettonica, modellandola in base alle finalità dell’accoglienza e dell’ospitare. Concetti rassicuranti, che possono rintracciarsi anche in luoghi a prima vista difficili da fruire. Ne deriva che, il luogo scelto per proporre la nostra idea di progetto, è un fronte roccioso scosceso sul mare.
La caverna è stata la prima casa dell’uomo. Scavata nella roccia, fredda umida e spigolosa, è il filo conduttore della nostra proposta.
Il luogo del ricevere che vogliamo proporre è un albergo, generato estrudendo piccoli volumi dal fronte roccioso, assemblandoli e montandoli in maniera da accompagnare il degradare della costa montagnosa fino al mare. La cellula base di partenza è un cubo, che contiene al suo interno i requisiti della camera d’albergo. Compatto e spigoloso, il cubo riprende le linee dure della roccia, e diventa la nostra moderna caverna, che in serie, dà forma alla struttura dell’albergo.
Il materiale scelto per realizzare l’ossatura della nostra idea, è il cemento lasciato a vista, grezzo e ruvido come moderna roccia. Insieme al cemento, altro materiale principale è il vetro, leggero e trasparente come il mare sottostante. Il fronte dell’edificio è ottenuto disponendo a raggiera i cubi della camere, e trattando come fronti rocciosi, gli spazi che si vengono a creare tra le cellule, per palesare l’idea che tutto trae origine dalla roccia retrostante.
L’articolazione dello spazio è verticale. Il primo cubo, dove trova posto la hall d’ingresso, è posto sulla sommità del fronte montagnoso. Unica parte totalmente fuori terra, come un torrino d’avvistamento, un faro costiero, rivestito di acciaio cor-ten, riceve i visitatori che giungono dalle zone interne. Da qui il percorso è verticale, in discesa verso il mare, seguendo il naturale andamento del sito.
Il primo spazio che troviamo subito sotto l’ingresso, è la zona ristoro, ovvero la sala bar-ristorante. Incassata nella montagna su tre lati, come l’intero edificio, si proietta in avanti verso il mare col fronte principale vetrato, aprendosi con una terrazza panoramica sul paesaggio circostante.
Proseguendo nella discesa verso il mare troviamo due livelli occupati dalle camere, dove è leggibile l’estrusione dei volumi dalla roccia, sia in prospetto, sia nel trattamento degli ambienti interni dove è stata riproposta la roccia, per modellare gli arredi degli spazi dedicati alla sosta e al relax.
Il livello a quota più bassa è quello che si interfaccia direttamente col mare, altra via di comunicazione per eccellenza che l’uomo ha usato negli anni.
E’ stata ripresa l’idea dell’approdo, dando forma ad una piccola baia con banchina di attracco, per accogliere e ricevere chi viene dal mare.
In tal modo attraverso la terra e attraverso il mare, si articola una doppia accoglienza, per “avventori terrestri” e “avventori marini”.
Quest’ultimo livello è dedicato al divertimento. Troviamo internamente un bar circolare che definisce il centro della sala. Lateralmente si inseriscono una seconda hall con area di sosta, per distribuire la clientela che approda alla banchina ed una sala attrezzata a casinò, ludoteca per eccellenza degli adulti.
Esternamente l’area è attrezzata con un’area solarium con piscina affacciata sul mare, e lo spazio fino alla banchina, è mediato con una spiaggia di pertinenza dell’albergo.
Nella parte retrostante più interna dell’edificio, viene ricavata una caverna di pietra naturale, che ospita una piscina interna.
Per garantire la migliore autonomia all’edificio senza affidarsi totalmente ai sistemi artificiali per l’illuminazione e l’aerazione, si è ricorsi alla bioarchitettura. Le coperture del cubo d’ingresso e della sala bar-ristorante sono state trattate a tetto rovescio, con pietrisco come strato di zavorramento. Ciò per realizzare una continuità visiva materica tra le coperture e l’ambiente circostante, e per usufruire dei vantaggi offerti da questi sistemi a livello di isolamento e risparmio energetico. Le vetrate presenti nell’edificio sono fotoelettriche, per limitare il consumo di energia artificiale.
La ventilazione degli ambienti incassati nella roccia, è realizzata con un sistema di camini solari, le cui sommità realizzate come piccole serre, spiccano sul tetto rovescio della sala bar- ristorante. I corpi dei camini scendono attraverso i piani dell’albergo, nascosti all’interno dei corpi rocciosi interni. Nello spazio tra le camere, sono inseriti dei cavedi che fanno confluire l’aria esterna verso la parte interna dell’edificio, dove i camini solari creano una corrente ascensionale che genera il raffrescamento dell’ambiente.
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